La terapia del movimento: danzare il ritmo dietro ogni circostanza

“La danza è gioiosa,catartica,e terapeutica,è un modo di esprimere,definire e affermare la propria identità,di comunicare superando i confini culturali.E’ una forma di adorazione,un mezzo per connettersi alla musica di ogni circostanza,creando comunità e fiducia.La danza è espressione della nostra umanità” (Betsy Cooper)

Per migliaia di anni e in differenti culture,la danza si è dimostrata una forza comunitaria di aggregazione che accompagna i momenti più importanti dell’esistenza,dalla celebrazione della festa,del raccolto e dell’abbondanza,ai riti di passaggio,purificatori e propiziatori,fino alla guarigione delle malattie.

Oggi sappiamo che la danza ha effetti benefici anche sul nostro cervello,aiuta a liberare i traumi subiti e impressi nel sistema nervoso e nel corpo,in quanto il trauma si traduce in schemi di tensione gestuale e muscolare che le persone attuano inconsciamente per anni.
Il movimento danzato si è dimostrato favorevole anche per il trattamento di disturbi depressivi e alimentari,che colpiscono in percentuale maggiore le donne,generando l’innalzamento dei livelli di dopamina, neurotrasmettitori associati al piacere e alla ricompensa,e di endorfine con funzione anti-stress.

Chi danza,per arte o diletto, lo sa. Vi è una fase in cui si danza un determinato ritmo,e musica,ed un altra fase in cui si è danzati,da quello stesso ritmo,divenendo tutt’uno con la musica. L’aggregazione con gli altri diventa un gesto elastico,naturale, e il comunicare senza parole,ma solo con respiri,sguardi e azioni diventa un “fare l’amore con l’attimo”.Il corpo smette di pesare con i giudizi e supplizi impressi,e la mente lascia il campo all’intuizione del movimento. Del momento.

L’invito è quello di abitare le emozioni e gli stati d’animo come fossero luoghi,e ad ascoltare il ritmo celato dietro ogni circostanza come fosse pulsione a scoprire nuovi spazi, interiori quanto esteriori,non tanto da colmare,ma piuttosto da reincantare.

La danza genera il sorriso,nonostante tutto. E’ una pratica di meraviglia,soprattutto se ci si sente goffi/e ed impacciati/e.Inesperti eppur vigili per ogni nuovo contatto

Una pulsazione vitale continua tra le polarità della mente/vita.