Quando l’unica certezza è l’incertezza

Zygmunt Bauman nel definire la società liquida, riporta:

“Con la crisi del concetto di comunità emerge un individualismo sfrenato, dove nessuno è più compagno di strada ma antagonista di ciascuno, da cui guardarsi. Le uniche soluzioni per l’individuo senza punti di riferimento sono da un lato l’apparire a tutti i costi, come valore in sé, e dall’altro il consumismo che porta ad una tendenza spasmodica ad ottenere- e a farsi – “oggetti di consumo” in una sorta di bulimia(anche emotiva) senza scopo.”

In questa modernità liquida l’unica convenzione condivisa dunque è che il cambiamento è permanente e l’ unica certezza è l’incertezza.

Allora, che fare?

– Intanto sapere da dove si parte – Accorgersi che questi condizionamenti sono talmente radicati, che ci siamo tutti immersi, se non direttamente, con gli altri, inevitabilmente.

– Conoscere la propria auto – Sarebbe utile chiedersi, fermandosi ogni tanto, a modi pit-stop carburante, se si è disponibili a farsi domande sul “come fare” più che sui perché, in cerca di ragioni o sentenze che finiscono spesso per ridurre la visuale di viaggio.

Se vogliamo essere disponibili a tolleranza l’incertezza per non cadere nella trappola polarizzante del “se non sei come me (in tutto per giunta) o se non vai alla mia stessa velocità, sei diverso, sei sbagliato, o contro di me”.

Quello è un punto cruciale del percorso, un attimo di impulsività e di pigrizia e si è di nuovo nel traffico mentale. Perché si sa ciò che non si conosce o controlla, spaventa!

Seguendo la metafora del viaggio, quando la solita strada certa rischia di divenire essa stessa incerta, bisognerebbe sostituire il navigatore di viaggio col chiedere informazioni per strada. Magari rischiare mappe certe a territori incerti ma non meno arricchenti e forieri di scoperta. Immaginare la “liquidità” più come opportunità di fluire e fruire che come fango in cui impelagarsi e nulla più distinguere.

PS: e se capita di imboccare la strada secondaria, più lenta, e dissestata, ma con un cuore, come direbbe il Don Juan di Castaneda dei tempi moderni, scendere dall’AUTOmatismo e continuare a piedi!