La natura profonda e reale del coraggio

Il coraggio è la prima delle virtù perché rende possibili tutte le altre. Avere coraggio non significa non avere paura,ma,utilizzare l’energia che proviene dalla paura,avendo consapevolezza che qualcosa di più bello ed importante della paura stessa esiste. (Aristotele)

I due eccessi opposti,che sono vizi,consistono nell’avere troppa paura (pretesto creato e accomodante) di cose che si possono affrontare, ed è la viltà, e, nel non temere nemmeno cose eccessivamente terribili,un folle ardimento,ed è temerarieta’ incosciente. Folle autoesaltazione.

Se la vera virtù sta nel mezzo,dunque,non si può non guardare nella natura profonda del coraggio con sguardo divergente e paradossale. Se non c’è paura non può esserci coraggio.Se non vi è vulnerabilità consapevole non può esserci accesso all’energia del coraggio.

Secondo uno studio decennale della psicologa americana Rene’ Brown sulla vulnerabilità ciò che ci spinge,ci motiva,e ci muove è il bisogno di sentirci conness*,accettat* ed in relazione;la paura di non meritare la connessione,il freno invisibile.

La sua ricerca ha individuato 4 caratteristiche fondamentali delle persone che riescono di più nella vita:

  1. Il coraggio di essere imperfette.
  2. La compassione:come capacità di essere gentili con sé stessi e gli altri.
  3. L’autenticità:come volontà di abbandonare il sé ideale per essere quel che si è.
  4. La vulnerabilità:la più importante.

Coloro che sapevano di meritare i rapporti con gli altri,accettavano la loro vulnerabilità,perché era proprio questa a renderli migliori.

La volonta’ di dire “ti amo” per primi, di agire, senza garanzie di successo. La volontà di smettere di prevedere e controllare.

La volontà di rischiare.Non si possono reprimere le emozioni in modo selettivo,mettere da parte vergogna e paura e provare solo emozioni positive.

I risultati di questa ricerca sono chiari:IL SEGRETO È LASCIARSI OSSERVARE.

Anche quando non ci si sente a proprio agio,anche quando siamo vulnerabili.

Avere il coraggio di impedire alla “mente ordinaria” di agire le sue trappole accomodanti e controllanti,sul nascere.

Cosi facendo potremmo comprendere che il coraggio non va tanto raggiunto,con sforzo,ma liberato.


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